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R e c e n s i o n i
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Il Corriere della Sera, Bologna
9/09/2010, di Piero Di Domenico
Au Lapin Agile
Eco d'autunno. Ovvero mitogonia dell'uomo che sapeva troppo
30/07/2010, di Claudio Castellacci
A u d i o / V i d e o
Presentazione a Bologna (audio)
Michele Cogo, Paolo Fabbri, Stefano Bartezzaghi, Maurizio Marinelli
3/10/2010, Libreria Ambasciatori
D o c u m e n t i
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Michele Cogo
Fenomenologia di Umberto Eco
Indagine sulle origini di un mito intellettuale contemporaneo
Introduzione di Paolo Fabbri
© 2010 - Pag.182
Euro 22,00
ISBN 978 88 8000 310 6
Come mai Umberto Eco è diventato per tutti un mito intellettuale,
l'incarnazione stessa della Cultura?
Ha certamente scritto saggi e romanzi importanti e di largo successo
mondiale, ma è sufficiente questo per diventare un mito?
Com'è iniziata la sua storia?
Umberto Eco non è un code breaker. Non ha forse realizzato delle innovazioni
teoriche salienti, anche se Opera aperta resta un riferimento per
l'estetica. Il suo ruolo è stato invece decisivo per operare dei veri e propri
movimenti tettonici all'interno della cultura italiana e internazionale. Non
rotture epistemologiche quindi, ma pieghe, inflessioni e spostamenti
d'accento che hanno modificato le gerarchie e riscritto i criteri tradizionali
di dominanza culturale. Senza Eco questo spostamento non sarebbe
avvenuto, o sarebbe avvenuto molto più tardi e in maniera diversa.
Questo libro ci riporta all'esordio (dal 1958 al 1964) dell'intellettuale
italiano vivente più conosciuto del pianeta, o se si preferisce dell'intellettuale
planetario più conosciuto in Italia. Poiché la fama semplifica,
la fisiognomica della celebrità conduce alla caricatura: Eco è l'uomo che
sapeva troppo, il dotto enciclopedico che ha anticipato l'avvento di Google
e Wikipedia.
In maniera obliqua, il libro di Michele Cogo è un contributo alla conoscenza
di un periodo culturale che non ha ancora finito di dire quello
che ha da dire. È un tentativo metodico d'introdurre rapporti concettuali
all'interno di un genere stantio, quello biografico, che ne esce rinnovato.
Capacità narrativa, assenza di piaggeria e molta minuzia di dati: insomma
qualcosa di profondamente diverso dalle comuni biografie che agitano
con sommesso rumore le catene del ghost writer.
Siamo in un'epoca revisionista: torniamo indietro a passo di gambero.
Ma così facendo incappiamo nei fatti di spalle. Grande merito di questo
libro è che ci aiuta a voltarci e a guardare di fronte il suo oggetto: la mitogonia
di Umberto Eco. (dall'introduzione di Paolo Fabbri)
Michele Cogo ha pubblicato ricerche sulla rivista Carte semiotiche e nel volume
collettivo Fra parola e immagine (Mondadori Università, 2008). Parallelamente
alla ricerca accademica presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane, sotto la guida di
Paolo Fabbri e Omar Calabrese, è uno sceneggiatore e ha scritto, tra gli altri, Le vie dei Farmaci (film documentario venduto in quindici paesi) e, con Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, l'adattamento cinematografico del romanzo di Lucarelli L'isola dell'angelo caduto (Einaudi, 1999), in corso di produzione.
[ www.michelecogo.it ]
In copertina disegno di Tullio Pericoli
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