CINEMA |
LA RECENSIONE DEL MESE |
PHONE
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Sulla scia delle ultime pellicole giapponesi “The eye” e “The ring” (anche se quest'ultimo, da noi, è più conosciuto nella versione statunitense) è arrivato in Italia “Phone”, film horror coreano. La protagonista, una giovane giornalista curiosa e coraggiosa, decide di passare un po' di tempo da sola in una grande casa e di cambiare il numero del suo cellulare in seguito a delle minacce telefoniche (viene da pensare: perché sceglie di stare da sola, in una casa che non è la sua se è in pericolo?); stranamente c'è un unico numero disponibile e da subito inizia a ricevere strane e misteriose chiamate che la inducono ad indagare. La protagonista scoprirà che la ragazza a cui apparteneva il numero telefonico è molto più legata alla sua vita di quanto potesse immaginare. Nella pellicola molto spazio è lasciato ai fenomeni paranormali e di possessioni, ma tutto questo non è sufficiente a terrorizzare davvero, anche se ci sono scene paurose. La cosa più “inquietante” è la bambina posseduta, che riesce spesso a spaventare e che dimostra una notevole capacità espressiva. |
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Roberta Ferretti |
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