INTERVISTE |
LUNETTA SAVINO Teatro “ La Perla ” - Montegranaro - 22 Gennaio 2004 |
“Tina, fai presto: tragedia comica per donna sola” - è il nuovo spettacolo Teatrale di
Lunetta Savino che pochi giorni fa ha debuttato a Bari, suo paese d'origine. Lunetta Savino, volto ormai noto al grande pubblico televisivo si forma professionalmente alla Scuola di Teatro di Bologna , nel 1980 debutta in teatro con il Macbeth, si laurea al DAMS ed inizia la sua carriera artistica che alterna tra spettacoli teatrali, cinema e televisione. Poi nel 1997, con “Un medico in famiglia” arriva anche la popolarità. Ma quant'è importante la gavetta nel percorso artistico di un'attrice? E' importantissima… Perché se no, non si fa l'esperienza. Intanto per capire se uno lo può fare di mestiere o no (che non è detto) e poi anche per “farsi le ossa” . Insomma, a me è servita La Tv, se da un lato regala la repentina popolarità di un'attrice, dall'altro, rischia nello stesso tempo di ingabbiare l'attrice in un unico personaggio televisivo. Lei si sente ingabbiata dal personaggio Cettina? Ma no…anche perché riesco a fare anche altre cose… Quello mi serve per, come dire, tenere alta la popolarità, e poi mi diverte pure farla… Ma non penso anche di farla a vita. Adesso faccio un'altra serie e poi mi fermo.. In teatro tutto è più lento, l'attore costruisce sul palco attimo per attimo la storia, facendola vivere allo spettatore. Due anni fa era al fianco di Neri Marcorè con lo spettacolo di Neil Simon “California Suite” , oggi è la volta di “Tina”. Che cosa la spinge oggi a raccontare storie attraverso i particolari ritmi del teatro? Bè, una grande passione, una voglia di comunicare le emozioni al pubblico, direttamente e n on filtrato.. né da la macchina da presa né dalla telecamera… sei tu ed il pubblico… Cioè l'attore ed il pubblico.. Ed è il confronto più unico, diretto… Il teatro è il primo gradino dell'attore, secondo me. Quindi, io ho scelto di fare l'attrice perché amo il teatro. Il Monologo, come quello di stasera, implica un lavoro molto preciso sul controllo dell'attore. Come ha costruito la psicologia della protagonista Tina, un personaggio molto complesso che vive la sua malattia di invecchiamento precoce come se fosse un vero e proprio inno alla vita ed al tempo? Tante cose, tante cose insieme, a seconda dei momenti. Per me è un grandissimo lavoro di concentrazione… A seconda dei momenti, ci sono momenti molto diversi nello spettacolo. E' chiaro però che per me, come attrice è importante centrare il cuore del personaggio. E' chiaro che il cuore di questo personaggio è la sua malattia … E quindi rispetto al fatto di avere questa malattia e avere quel tempo a disposizione per fare tutto il resto… La spinge ad essere come è, con i vari personaggi, avere questa urgenza di comunicare in tanti modi. In tanti modi. Non la posso definire in un modo solo. Nel 1982 ha anche partecipato ad un film “Cult” di Nanni Loi, il padre italiano delle Candid Camera: “Mi manda Picone”. Ma com'era Loi dietro le quinte? Delizioso. Un gran signore, innanzitutto. Una persona di grande ironia, di grande preparazione, di grande umiltà anche. Ho un ricordo molto piacevole di lui. Progetti futuri? Un'altra edizione di “Un medico in famiglia” e altre cose di cui ancora non posso parlare, perché ci tengo
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Samuele Baccifava |
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